La storia delle maschere veneziane

Le Maschere Veneziane

L'origine delle maschere veneziane

 

L’origine delle maschere veneziane è avvolta nel mistero, non si ha infatti una data precisa in cui si iniziarono a produrre le tradizionali maschere in cartapesta, si hanno però delle date altrettanto importanti.

La prima, il 1268 rappresenta la più antica legge che limita l’uso improprio delle maschere: il decreto vietava ai cosiddetti mattaccini, il gioco delle “ova” ovvero l’arte di mascherarsi e lanciare uova piene di acqua di rose alle dame che passeggiavano per la città.

L’altra data storica è invece il 1436, anno in cui i mascareri celebrano il loro primo statuto.

In quegli anni la produzione era molto intensa, grazie soprattutto al Carnevale, momento di grandi festeggiamenti nella Repubblica della Serenissima. Nelle settimane dedicate alla festa infatti ogni veneziano poteva evadere dal suo stato sociale e dal proprio sesso, per travestirsi e sentirsi libero da tutte le norme sociali che la Repubblica imponeva. La trasgressione e la spensieratezza di quei momenti coinvolgeva proprio tutti, anche il clero, protagonista molto spesso di scandalose fughe d’amore.

L’uso delle maschere divenne però troppo immorale e pericoloso, e la Serenissima iniziò a poco a poco a vietarne l’uso nei luoghi sacri, nei ridotti e nei casini (i luoghi dove era permesso il gioco d’azzardo) dove molto spesso i debitori si mascheravano per non farsi riconoscere.

 

Quali furono le prime maschere utilizzate a Venezia?

 

La maschera veneziana Bauta o Baùtta era un travestimento molto diffuso, non solo a Carnevale ma anche a teatro e in occasione di feste eleganti. La maschera detta anche Larva permetteva addirittura di mangiare e bere senza doverla togliere, grazie alla sua forma spigolosa e allungata.

Un altro costume molto celebre era la Gnaga, ovvero un travestimento da donne per gli uomini, con abiti femminili e spesso una maschera da gatta. La Gnaga si atteggiava a volte da balia, con altri uomini vestiti da bambini o da donna del popolo, emettendo miagolii e urla stridule.

La maschera più frequente fra le donne era invece la Moretta, una piccola maschera ovale in velluto scuro, retta in bocca grazie ad un bottone che la rendeva però muta. Era spesso abbinata ad un cappellino e ad abiti raffinati.

Altre maschere vennero introdotte più tardi, un esempio è quello del famoso Medico della peste o Dottore della peste, questa maschera infatti era utilizzata dapprima come vero e proprio strumento di prevenzione del contagio delle malattie.

 

 

Di cosa sono fatte tradizionalmente le maschere veneziane?

Le maschere veneziane possono essere realizzate in pelle, porcellana. Le maschere originali erano piuttosto semplici nel design, nella decorazione e spesso avevano una funzione simbolica e pratica. In ogni caso le maschere devono essere fatte in carta pesta o papier machè. Senz'altro non devono essere stampate in China come oggi si vendono in molti negozi a Venezia.

 

Cosa simboleggiano le maschere veneziane?

Le maschere veneziane hanno una lunga storia nel proteggere l'identità di chi le indossava durante attività promiscue o decadenti. ... Alla fine, le maschere veneziane sono riemerse come l'emblema del Carnevale (Carnevale veneziano), un corteo e una fiera di strada che celebra l'edonismo. Le maschere veneziane sono state indossate a Venezia, in Italia, fin dall'antichità.

Chi indossa le maschere veneziane?

 

Queste meraviglie storiche sono una tradizione secolare di Venezia, Italia. Le maschere sono tipicamente indossate durante il Carnevale (Carnevale di Venezia), ma sono state utilizzate in molte altre occasioni in passato, solitamente come dispositivo per nascondere l'identità e lo stato sociale di chi le indossa.

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si teneva con un bottoncino in bocca...e poi.....